Villa Biancardi

INTRODUZIONE

Villa Biancardi Vistarini fu fatta costruire da Serafino Biancardi nei primi anni del 1900 sull’area precedentemente occupata da un castello ed è per questo conosciuta anche col nome di “castello di Zorlesco”.
Villa Biancardi Vistarini è un edificio asimmetrico in stile Liberty Eclettico con numerosi riferimenti al Medioevo, al Gotico ed al Rinascimento.
Il Comune di Casalpusterlengo, di cui fa parte Zorlesco, acquistò la villa nel 1972 ma, poiché l’incuria e i ripetuti atti di vandalismo avevano causato notevoli danni, nel 1998 furono cominciati importanti lavori di ristrutturazione curati dall’architetto Paolo E. Mascheroni di Sant’Angelo Lodigiano.


INGRESSO

La sala d’ingresso fa intuire il motivo conduttore della villa: le pareti della stanza presentano nella parte superiore una fascia dipinta, che sembra essere una sorta di invito ad ammirare il soffitto a cassettoni. Sia le fasce dipinte sia i soffitti a cassettoni non sono mai uguali.
Due attaccapanni, di cui uno con fioriera nella parte inferiore e l’altro con la funzione di nascondere la sporgenza del camino nella stanza adiacente, insieme ad una specchiera con portaombrelli costituiscono l’arredamento dell’ingresso. Questi mobili sono intagliati con decorazioni floreali sia nella parte superiore che in quella inferiore.
La boiserie, cioè l’alta zoccolatura in legno, che ricopre parte delle pareti della stanza, costituisce un altro motivo conduttore che caratterizza quasi tutte le stanze del piano terra ed ha soprattutto la funzione di proteggere dall’umidità.


SALA DELLA CACCIA

La sala della caccia in origine era la sala da pranzo e deve il suo nome all’importante fascia dipinta con scene di caccia, il cui autore è probabilmente il casalino Angelo Prada (1859-1934).
Il grande camino di marmo rosa occupa un posto d’onore e racchiude al suo interno due nicchie e due sedili. Sulla cappa spicca imponente lo stemma della famiglia Biancardi, ingentilito da nastri e cornucopie straripanti di frutti.
Si tratta della stanza col maggior numero di arredi originali: un grande tavolo allungabile e dotato di elaborati supporti geometrici, dodici sedie con lo schienale decorato e due importanti credenze, l’una con due vetrine terminanti in una sorta di timpano curvilineo e l’altra con piattaia.
In un angolo ammiriamo un calorifero in ghisa dotato di scaldavivande e decorato con elementi naturalistici.


SALA DEL BILIARDO

Questa sala ospitava in origine un grande tavolo da gioco.
Sulla parete di sinistra si è conservata la rastrelliera per le stecche completa di tabella segnapunti.
Merita un’attenzione particolare la fascia pittorica: al centro di ogni parete c’è un seme delle carte da gioco (quadri, fiori, cuori o picche), mentre tra nastri e nappe s’intravedono le stecche del biliardo e alcuni giochi di società, tra cui gli scacchi, la dama, il tris, il domino e altre carte da gioco.


SCALONE D'ONORE

Lo scalone d’onore, che collega i due piani della villa, è costituito da tre rampe in legno di rovere ed è interamente realizzato senza sostegni.
Le formelle in ferro battuto della ringhiera sono attribuibili al battiferro lodigiano Alessandro Mazzucotelli per la leggerezza della fattura e l’accuratezza dell’esecuzione.
Su cinque rami paralleli al corrimano appoggiano opulenti mazzi di fiori tutti diversi fra loro, che però sono legati da nastrini svolazzanti, i quali, passando da una formella a quella successiva, costituiscono una sorta di trait d’union.
Salendo le scale si arriva al pianerottolo superiore. La separazione degli ambienti è netta: il soffitto del vano scale è a cassettoni con sfondo blu, simile, ma non uguale, a quello sopra al pianerottolo. Anche le due fasce decorative sono simili ma non uguali, così come diverse sono le decorazioni alle pareti.
I tre archi a tutto sesto sono sostenuti da colonnine con capitelli decorati con foglie d’acanto e delfini.
Una specchiera con annessa fioriera arreda questo vano.


CAMERA DA LETTO BIANCARDI

È la camera che presenta la decorazione più importante: un grande tondo affrescato sul soffitto – opera probabilmente di Angelo Prada – raffigura una maternità: una donna nuda, sdraiata su una pelle di animale tra vari tipi di fiori, solleva al cielo un bambino. Una cornice decorativa fa da contorno al soffitto ed al tondo stesso.
Questa camera era anche chiamata la “sala del parto”, il che sembra trovare giustificazione nel tondo sul soffitto.
Il bow-window in legno, chiuso in alto da vetri colorati, è parte integrante della stanza, la quale guadagna soprattutto in ampiezza.